MYANMAR: Timori di torture e maltrattamenti
Thet Zin (maschio), 41 anni, giornalista
Sein Win Maung (noto anche come Ko Soe) (maschio), giornalista
Thet Zin e Sein Win Maung, entrambi giornalisti del settimanale ‘Myanmar Nation’, sono stati arrestati il 15 febbraio 2008. Si ritiene siano trattenuti nella prigione Insein di Yangon. Amnesty International è gravemente preoccupata per la loro sicurezza in quanto ritiene siano a rischio di tortura e maltrattamenti. Thet Zin ha problemi cardiaci e polmonari.
La sera del 15 febbraio otto agenti di polizia e funzionari della sicurezza hanno perquisito per quattro ore gli uffici del ‘Myanmar Nation’ a Yangon. Thet Zin e Sein Win Maung, rispettivamente direttore e manager della rivista, sono stati arrestati al termine dell’operazione. La polizia ha sequestrato una copia di quello che si ritiene essere un rapporto sulla violenta repressione delle pacifiche proteste del settembre 2007, redatto dal relatore Speciale delle Nazioni Unite per la situazione dei Diritti Umani in Myanmar. La polizia ha anche sequestrato i cellulari dei due giornalisti, delle poesie autografe di Sein Win Maung, un libro sul federalismo scritto da un leader carismatico dell’etnia Shan e alcuni CD contenenti immagini delle manifestazioni di settembre.
Dopo il loro arresto Thet Zin e Sein Win Maung sono stati condotti alla stazione di polizia di Thingangyun, alla periferia di Yangon. Si ritiene che siano stati trasferiti nel carcere Insein il 19 febbraio. Il 18 Thet Zin aveva potuto incontrare sua moglie nella stazione di polizia, riferendole che correva il rischio di subire una condanna a dieci anni, nonostante non sapesse di cosa fosse accusato. Lo stesso giorno sei agenti della stazione di polizia di Thingangyun sono tornati negli uffici del ‘Myanmar Nation’ per un’ulteriore perquisizione di tre ore, sequestrando dei dati dal computer di Thet Zin. Da allora gli uffici sono stati sigillati dalla polizia.
Thet Zin, un attivista politico di lunga data e padre di due figli, ha fondato il ‘Myanmar Nation’ nel 2006. Il giornale è pubblicato con l’autorizzazione dell’ufficio della censura. Era già stato arrestato nel marzo 1988 per il suo attivo coinvolgimento nelle proteste studentesche dell’Università di Rangoon, che culminarono nella rivolta a favore della democrazia dell’8 agosto 1988, duramente repressa. In carcere subì torture.
Dopo il suo rilascio, avvenuto nel luglio 1988, riprese la sua attività politica e guidò manifestazioni pubbliche nella sua città natale di Yangon per tutto agosto e settembre 1988. Durante il 1988 e il 1989 fu un membro attivo della “All Burma Federation Students Union” e l’organizzatore di un partito politico studentesco. Fu arrestato e interrogato dalle forze di sicurezza militari in numerose occasioni negli anni Novanta. Anche la famiglia di Thet Zin è politicamente attiva, e ha subito numerose minacce da parte delle autorità.
Thet Zin ha lavorato in passato come giornalista e redattore per altri settimanali. Ha pubblicato poesie e racconti su riviste birmane con lo pseudonimo di Maung Zin.
BACKGROUND
Le autorità del Myanmar hanno intensificato le persecuzioni ai danni degli attivisti politici dopo la violenta repressione delle pacifiche proteste di massa dello scorso settembre. Dal novembre 2007, sono stati arrestati più di 100 attivisti politici in diverse parti del paese, comprese le regioni delle minoranze etniche. Almeno 16 di loro sono stati condannati a pene detentive, e secondo testimonianze attendibili alcuni all’ergastolo.
Il 19 febbraio, l'Inviato Speciale delle Nazioni Unite UN Ibrahim Gambari ha dichiarato che le autorità del Myanmar erano tenute a creare "un’atmosfera favorevole ad elezioni credibili", in risposta al recente annuncio del governo di un referendum sulla nuova costituzione da tenersi a maggio e di elezioni multi-partitiche per il 2010.
Tuttavia, negli ultimi mesi le autorità hanno aumentato la pressione sui media e sulle persone che esercitano il loro diritto alla libertà d’espressione diffondendo informazioni su internet.
Ai primi di febbraio, il popolare blogger e proprietario di un internet caffé, Nay Phone Latt, è stato incriminato in base alla sezione 5 della Legge sull’Emergenza del 1950. Questa legge, dal contenuto estremamente vago, è stata usata nel corso degli anni per incarcerare giornalisti e scrittori.
Inoltre, tra gli arresti recenti ci sono persone che hanno tentato di inviare alla comunità internazionale informazioni sulla repressione, il che dimostra chiaramente come il governo sia determinato a ridurre al silenzio chi sia in grado di accusarlo. Le autorità hanno anche dichiarato di indagare sui legami tra i giornalisti all’interno del Myanmar e i media stranieri gestiti da esiliati.
In Myanmar i media sono strettamente controllati. Tutti i giornali e le pubblicazioni stampate devono essere visionati dal "Press Scrutiny Board" (comitato per la censura) prima della pubblicazione o distribuzione; autori, editori, redattori e distributori possono essere incarcerati fino a sette anni in caso di violazione. Tutte le pubblicazioni, compresi romanzi, trasmissioni e video, sono soggetti alla censura governativa. Anche internet è pesantemente censurato. Durante la repressione dello scorso settembre, le connessioni sono state interrotte, e il governo ha ripetuto la stessa tattica di repressione un mese dopo quando un piccolo gruppo ha manifestato in occasione dell’anniversario delle proteste.
Sein Win Maung (noto anche come Ko Soe) (maschio), giornalista
Thet Zin e Sein Win Maung, entrambi giornalisti del settimanale ‘Myanmar Nation’, sono stati arrestati il 15 febbraio 2008. Si ritiene siano trattenuti nella prigione Insein di Yangon. Amnesty International è gravemente preoccupata per la loro sicurezza in quanto ritiene siano a rischio di tortura e maltrattamenti. Thet Zin ha problemi cardiaci e polmonari.
La sera del 15 febbraio otto agenti di polizia e funzionari della sicurezza hanno perquisito per quattro ore gli uffici del ‘Myanmar Nation’ a Yangon. Thet Zin e Sein Win Maung, rispettivamente direttore e manager della rivista, sono stati arrestati al termine dell’operazione. La polizia ha sequestrato una copia di quello che si ritiene essere un rapporto sulla violenta repressione delle pacifiche proteste del settembre 2007, redatto dal relatore Speciale delle Nazioni Unite per la situazione dei Diritti Umani in Myanmar. La polizia ha anche sequestrato i cellulari dei due giornalisti, delle poesie autografe di Sein Win Maung, un libro sul federalismo scritto da un leader carismatico dell’etnia Shan e alcuni CD contenenti immagini delle manifestazioni di settembre.
Dopo il loro arresto Thet Zin e Sein Win Maung sono stati condotti alla stazione di polizia di Thingangyun, alla periferia di Yangon. Si ritiene che siano stati trasferiti nel carcere Insein il 19 febbraio. Il 18 Thet Zin aveva potuto incontrare sua moglie nella stazione di polizia, riferendole che correva il rischio di subire una condanna a dieci anni, nonostante non sapesse di cosa fosse accusato. Lo stesso giorno sei agenti della stazione di polizia di Thingangyun sono tornati negli uffici del ‘Myanmar Nation’ per un’ulteriore perquisizione di tre ore, sequestrando dei dati dal computer di Thet Zin. Da allora gli uffici sono stati sigillati dalla polizia.
Thet Zin, un attivista politico di lunga data e padre di due figli, ha fondato il ‘Myanmar Nation’ nel 2006. Il giornale è pubblicato con l’autorizzazione dell’ufficio della censura. Era già stato arrestato nel marzo 1988 per il suo attivo coinvolgimento nelle proteste studentesche dell’Università di Rangoon, che culminarono nella rivolta a favore della democrazia dell’8 agosto 1988, duramente repressa. In carcere subì torture.
Dopo il suo rilascio, avvenuto nel luglio 1988, riprese la sua attività politica e guidò manifestazioni pubbliche nella sua città natale di Yangon per tutto agosto e settembre 1988. Durante il 1988 e il 1989 fu un membro attivo della “All Burma Federation Students Union” e l’organizzatore di un partito politico studentesco. Fu arrestato e interrogato dalle forze di sicurezza militari in numerose occasioni negli anni Novanta. Anche la famiglia di Thet Zin è politicamente attiva, e ha subito numerose minacce da parte delle autorità.
Thet Zin ha lavorato in passato come giornalista e redattore per altri settimanali. Ha pubblicato poesie e racconti su riviste birmane con lo pseudonimo di Maung Zin.
BACKGROUND
Le autorità del Myanmar hanno intensificato le persecuzioni ai danni degli attivisti politici dopo la violenta repressione delle pacifiche proteste di massa dello scorso settembre. Dal novembre 2007, sono stati arrestati più di 100 attivisti politici in diverse parti del paese, comprese le regioni delle minoranze etniche. Almeno 16 di loro sono stati condannati a pene detentive, e secondo testimonianze attendibili alcuni all’ergastolo.
Il 19 febbraio, l'Inviato Speciale delle Nazioni Unite UN Ibrahim Gambari ha dichiarato che le autorità del Myanmar erano tenute a creare "un’atmosfera favorevole ad elezioni credibili", in risposta al recente annuncio del governo di un referendum sulla nuova costituzione da tenersi a maggio e di elezioni multi-partitiche per il 2010.
Tuttavia, negli ultimi mesi le autorità hanno aumentato la pressione sui media e sulle persone che esercitano il loro diritto alla libertà d’espressione diffondendo informazioni su internet.
Ai primi di febbraio, il popolare blogger e proprietario di un internet caffé, Nay Phone Latt, è stato incriminato in base alla sezione 5 della Legge sull’Emergenza del 1950. Questa legge, dal contenuto estremamente vago, è stata usata nel corso degli anni per incarcerare giornalisti e scrittori.
Inoltre, tra gli arresti recenti ci sono persone che hanno tentato di inviare alla comunità internazionale informazioni sulla repressione, il che dimostra chiaramente come il governo sia determinato a ridurre al silenzio chi sia in grado di accusarlo. Le autorità hanno anche dichiarato di indagare sui legami tra i giornalisti all’interno del Myanmar e i media stranieri gestiti da esiliati.
In Myanmar i media sono strettamente controllati. Tutti i giornali e le pubblicazioni stampate devono essere visionati dal "Press Scrutiny Board" (comitato per la censura) prima della pubblicazione o distribuzione; autori, editori, redattori e distributori possono essere incarcerati fino a sette anni in caso di violazione. Tutte le pubblicazioni, compresi romanzi, trasmissioni e video, sono soggetti alla censura governativa. Anche internet è pesantemente censurato. Durante la repressione dello scorso settembre, le connessioni sono state interrotte, e il governo ha ripetuto la stessa tattica di repressione un mese dopo quando un piccolo gruppo ha manifestato in occasione dell’anniversario delle proteste.
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